mercoledì 13 aprile 2016

L’ARBITRO IRRATI ADESSO AMMETTE SONO ANDATO IO ADDOSSO AL PIPITA


La verità (tardiva) che scagiona Higuain

Nella vicenda della squalifica di Higuain, una commedia che fa ridere poco, c’è un nuovo capitolo. Riguarda una dichiarazione che l’arbitro di Udinese-Napoli, Irrati, avrebbe reso a un esponente della giustizia sportiva - per inciso, la Corte d’appello non è stata ancora costituita: si riunirà venerdì per esaminare il ricorso dell’argentino, squalificato per 4 giornate - sul suo gesto verso l’attaccante azzurro dopo l’espulsione. Lo avrebbe definito «assolutamente sconveniente», secondo quanto ha riferito, adoperando per cautela il condizionale, l’ex internazionale Cesari nel corso del programma «Tiki Taka» su Italia 1. 

Il talk show di Pierluigi Pardo è sul filo dell’ironia, ma questa è una storia seria. Se fosse come ha detto Cesari, chi da Roma ha già contattato Irrati, che secondo prassi dovrebbe essere ascoltato telefonicamente per una integrazione del referto stilato domenica 3 aprile soltanto quando il collegio presieduto dal giudice Mastrandrea si ritirerà in camera di consiglio? Otto giorni fa il giudice sportivo Tosel aveva anticipato il verdetto, fornendo particolari su quanto scritto da Irrati, in telefonate ad alcuni giornalisti conosciuti e allo sconosciuto speaker di una radio napoletana. L’altra sera in tv Cesari ha rivelato il colloquio dell’arbitro con un esponente della giustizia sportiva
(«Sembra, sembrerebbe che abbia definito quel movimento assolutamente sconveniente»).

Ma che giustizia è questa? Incurante dei metodi adoperati ai suoi danni (e sui quali avrebbe dovuto fare luce la Lega di Serie A: non risultano, invece, provvedimenti a carico del 76enne Tosel), il Napoli è andato avanti in silenzio, affidando all’avvocato Grassani la difesa di Higuain, che venerdì si presenterà nel «tribunale» federale romano, a un passo da via Veneto, per chiedere di dimezzare la squalifica da quattro a due giornate, quindi di giocare martedì 19 contro il Bologna e lunedì 25 contro la Roma. L’attaccante chiarirà di non avere spinto l’arbitro - e l’aggettivo «sconveniente» che avrebbe adoperato Irrati, secondo la rivelazione di Cesari, lo conferma - e di aver urlato «vergognoso» senza l’intenzione di offenderlo. E in effetti quell’aggettivo può essere considerato una critica, forte, ma non un’offesa.

Esperti di diritto sportivo sostengono che a Higuain potrebbe essere risparmiata una giornata di squalifica, non due. Ma se l’intenzione del Pipita non era quella di spintonare Irrati, perché quel suo gesto deve continuare ad essere considerato violento e offensivo? Il provvedimento di primo grado non è stato serio, perché una sentenza non può essere mai anticipata, come ha fatto Tosel. La giustizia sportiva di secondo grado, entrando nel merito, ha l’occasione per offrire una dimostrazione di maggiore attenzione e serietà, consentendo a Higuain di tornare in campo per le partite contro Bologna e Roma.

Sarebbe indirettamente un modo per permettere al Napoli di giocarsi alla pari della Juve il finale di campionato, anche se il distacco è salito a sei punti dopo la sconfitta a Udine: gli azzurri non hanno paura di quanto può avvenire in campo, e la dimostrazione si è avuta domenica scorsa con una prestazione di bel gioco e forte carattere contro il Verona, piuttosto per eventuali tranelli fuori.


Negli ultimi tempi ci sono state troppe ombre sull’affascinante sfida tra le squadre di Allegri e Sarri, a cominciare da quelli relativi alla direzione dell’arbitro Rizzoli in Torino-Juve. A proposito, stasera torna ad esibirsi sul palcoscenico internazionale, lo aspetta stavolta il derby di Champions League Atletico Madrid-Barcellona e lui sa che in Europa atteggiamenti isterici come quelli di Bonucci non possono essere tollerati, né tantomeno concedere vantaggi in ossequio a quella sudditanza psicologica che in Italia continua a resistere dieci anni dopo Calciopoli.

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